Salvia officinalis

La pianta, che viene chiamata popolarmente salvia senza altre qualificazioni, o salvia comune, è descritta con il nome scientifico di Salvia officinalis, ed è una delle quasi 1000 specie appartenenti al genere Salvia.
E’ una specie perenne originaria dell'Europa delle zone a clima mite.
Il suo nome deriva dal latino "salvus=sano, salvo" o "salus=salute" , attribuito dai romani, che sta ad indicare le sue virtù come pianta curativa.

Raccolta e conservazione

Le foglie possono essere raccolte tutto l’anno, ma il periodo migliore è tra la primavera e l'autunno. Le migliori sono quelle delle cime e non devono essere lavate ma strofinate con un panno umido.
Le foglie ed i fiori si fanno essiccare all'ombra e si conservano in sacchetti di carta o di tela.

Proprietà terapeutiche e benefici

Una lozione di Salvia scurisce e rende morbidi e lucenti i capelli; un’altra ricetta, con l’aggiunta di rhum, è ritenuta efficace contro la caduta dei capelli; il decotto è indicato come tonico della pelle, detergente ed astringente; suffumigi con foglie di Salvia in acqua bollente assicurano una profonda pulizia del viso; una foglia di Salvia strofinata sui denti li rende brillanti, cura le gengive e purifica l’alito.

Curiosità

Questa pianta era conosciuta fin dai tempi più antichi (egiziani, romani) e nel Medioevo era considerata un'erba capace di guarire ogni male.
Presso i Romani la salvia doveva essere raccolta con un rituale particolare, senza l'intervento di oggetti di ferro, in tunica bianca e con i piedi scalzi e ben lavati.
La Scuola Medica di Salerno, una delle più famose del Medioevo, depositaria della conoscenza medica dell'antichità, aveva dato a questa pianta il nome di Salvia salvatrix ("Salvia che salva").
Un trattato che si data nel medioevo recita che "Il desiderio della Salvia è di rendere l'uomo immortale".
Amata dai Cinesi che la ritenevano capace di donare la longevità, nel 1600 un cesto di foglie di salvia veniva scambiata dai mercanti olandesi con tre cesti di the.
Un’antica leggenda francese racconta la storia dei quattro ladri che nel 1630, quando la peste colpì tutta l'Europa, saccheggiavano le case degli appestati senza mai contrarre la malattia. Quando furono finalmente presi e condannati a morte ebbero salva la vita perché rivelarono il segreto della loro immunità: si cospargevano il corpo con un aceto, da loro inventato, aromatizzato da salvia, rosmarino, timo e lavanda, quattro piante note per le loro proprietà antisettiche e antibatteriche. Nacque così "l'aceto dei quattro ladri" che veniva molto usato coma antibiotico naturale in caso di infezioni ed epidemie.

Uso in cucina

I nostri consigli per ricette sane e gustose

La salvia trova impiego in cucina fin dai tempi antichi.
In genere è una spezia che si usa da sola in quanto avendo un aroma così inteso, si comporta come una primadonna: annulla il sapore delle altre spezie. Nonostante la sua origine mediterranea, la presenza della salvia per aromatizzare carni di vario genere è consolidata da secoli in quasi tutte le tradizioni culinarie d’Europa. Diffuso è il suo impiego per cibi di tipo diverso: pasta (notissimi in Italia i ravioli burro e salvia), formaggi (per esempio alcuni formaggi alle erbe), zuppe, minestre, focacce e torte salate. Molto buone sono anche le frittelle di salvia. Si possono anche preparare liquori e grappe.
In Medio Oriente la salvia viene usata per aromatizzare l’arrosto di montone.
Il fumo di salvia elimina odori di cucina e di animali.

 

Calorie

100 gr. di salvia fresca apportano circa 315 calorie