Il finocchio selvatico è una pianta erbacea di origine mediterranea della famiglia delle Apiacee o Ombrellifere. Esistono due gruppi di varietà di foeniculum vulgare: le varietà da orto (o dolci) conosciute ed apprezzate per le guaine basali a grumolo di colore bianco, i comuni finocchi, e quelle selvatiche (o finocchietto), pianta spontanea e perenne che può raggiungere fino i 2 metri di altezza e che in estate produce le caratteristiche infiorescenze da cui si ottengono i frutti (erroneamente chiamati semi) molto apprezzati in cucina.
Raccolta e conservazione
Del finocchio selvatico si possono consumare sia i frutti (o semi) raccolti a completa maturazione della pianta alla fine del periodo estivo e lasciati essiccare, sia le giovani foglie, consumate fresche comprensive del tenero gambo, raccolte durante tutto il periodo vegetativo.
Proprietà terapeutiche e benefici
Il finocchio, in particolare la tisana ottenuta dall'infusione dei semi, è molto ed apprezzata per le proprietà digestive e per la capacità di combattere il gonfiore addominale e l'aerofagia. Oltre a queste sono numerose le proprietà officinali della pianta del finocchio tra le quali citiamo quelle diuretiche, antiemetiche (antagonista di nausea e vomito) ed antinfiammatorie.
Curiosità
Nella lingua italiana è in uso l'espressione ‘lasciarsi infinocchiare', cioè farsi imbrogliare, derivante dall'abitudine diffusa già nelle osterie del ‘700 di offrire semi di finocchio oppure pietanze aromatizzate con i semi come ad esempio il salame o il pane, con lo scopo di ingannare il gusto del cliente e rendere gradevole un vino di scarsa qualità. I semi di finocchio, in effetti, contengono oli essenziali dal sapore molto intenso capaci di confondere la percezione del gusto e rendere accettabili vini addirittura prossimi all'acetificazione.
Uso in cucina
I nostri consigli per ricette sane e gustose
L’uso in cucina del finocchietto, al pari del più pregiato parente orticolo, è molto diffuso e apprezzato. I semi sono impiegati nell’arte dolciaria e nella panificazione in diverse forme e modalità in tutto il bacino del mediterraneo ma anche nell’Europa continentale cosi come molto diffuso è anche nella cucina indiana, dove, tra i vari impieghi, è facile trovarlo, rivestito di glassa di zucchero, come confetto digestivo servito alla fine dei pasti. Molto utilizzato è anche nell’industria dei liquori dove viene spesso impiegato in abbinamento ad altre spezie per il suo sapore molto simile a quello dell’anice. Per quanto riguarda le sue foglie, consumate fresche, sono moltissime le ricette tradizionali italiane che ne prevedono l’utilizzo ma tra le più famose ed apprezzate è impossibile non citare la pasta con le sarde alla palermitana.