Borago officinalis

La borragine è una pianta erbacea, officinale, appartenente alla famiglia delle Boraginaceae.
Probabilmente originaria dell'oriente è largamente diffusa in gran parte dell'Europa come dell'America dove cresce, spontanea, fino ai 1000 metri di altitudine. Il nome deriva probabilmente dal latino borra (tessuto di lana ruvida) per la peluria pungente e lievemente urticante che ne ricopre il gambo e le foglie. La pianta è facilmente riconoscibile anche dalla ricca fioritura dal colore blu-viola composta da fiori a forma di stella.

Raccolta e conservazione

Pianta di facile coltivazione che non richiede alcun tipo di cura, è facile vederla crescere spontanea su terreni asciutti, drenati ed esposti in pieno sole.

Si può seminare sia in primavera sia in autunno e si propaga in autonomia da un anno all'altro senza necessariamente essere riseminata.

Le piante invernali si sviluppano maggiormente e presentano foglie più grandi e coriacee. Vengono preferite le foglie primaverili più tenere da consumare fresche siccome, se essiccate, perdono buona parte delle loro proprietà.

Si possono raccogliere anche i bellissimi fiori, adatti ad infusi o per decorazione. Dalla raccolta dei semi si estrae invece un olio apprezzato per le sue caratteristiche officinali.

Proprietà terapeutiche e benefici

Ricco di acidi grassi preziosi quali Omega-6, acido gammalinoleico e acido linoleico, l'olio di borragine è impiegato per riequilibrare il sistema ormonale femminile, come antiossidante dei tessuti cutanei e per eliminare il colesterolo e ripristinare una corretta funzione cardiovascolare.

Curiosità

Presso i medici dell'antica Roma la borragine era considerata un eccellente rimedio contro la malinconia. Il nettare prodotto dai fiori è molto apprezzato dalle api che ne ricavano un miele con un aroma particolarmente gradevole

Uso in cucina

I nostri consigli per ricette sane e gustose


La pianta, fortemente aromatica, è utilizzata nelle cucine italiana e asiatiche. I primi testi che parlano del basilico in cucina si trovano però solo dalla fine del XVIII secolo.
Il basilico deve essere utilizzato fresco e aggiunto alle pietanze all’ultimo momento: la cottura infatti ne attenua velocemente il sapore fino a neutralizzarlo, lasciando poco del suo profumo.
Il basilico è difficile da abbinare ad altre erbe aromatiche. Si usa per le insalate, con pomodori maturi, con le verdure (zucchine, melanzane, peperoni, etc.) l’aglio, i frutti di mare, il pesce (triglia), le uova strapazzate, le frittate, il pollo, il coniglio, l’anatra, le insalate di riso, le zuppe, la pasta e per le salse di pomodoro.
Insieme a formaggio, pinoli, aglio e olio di oliva, è l’ingrediente base del pesto genovese, la salsa tipica della cucina ligure.
Nella cucina asiatica, specialmente a Taiwan, si usa frequentemente nelle zuppe. Le foglie intere accompagnano il pollo fritto o vengono usate per insaporire latte e creme.